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martedì 15 dicembre 2009

Natale degli sportivi

Eravamo in 53 !!!!
un numero sicuramente importante per il Barbarigo nell'annuale incontro con l'Arcivescovo Dionigi Tettamanzi.
In un palasharp caldissimo (x noi) e gremito con moltissimi ragazzi vocianti ed urlanti in mezzo a striscioni, cartelli e tute tutto lo sport diocesano ha partecipato con passione all’incontro natalizio con l’Arcivescovo: oratori, associazioni e società sportive di base mischiate tra loro e, per una sera, a stretto contatto con i massimi interpreti dello sport di vertice. Anche per questo il Natale degli Sportivi regala ai ragazzi degli oratori un susseguirsi di sensazioni diverse, ma tutte coinvolgenti.Basti pensare all’emozione dei giovanissimi premiati con palloni autografati da un simbolo dello sport italiano come Dino Meneghin e da un fuoriclasse appena sbocciato come l’attaccante del Milan Pato che si era detto «molto emozionato»: e pensare che ha solo vent’anni, cioè qualche mese in più dei tre giocatori della Primavera che l’Inter ha inviato in rappresentanza. I veri protagonisti del Natale degli Sportivi, in ogni caso, sono stati i ragazzi molto partecipi e pronti ad applaudire le spettacolari evoluzioni della Nazionale italiana di ginnastica ritmica (campione del mondo in carica), a farsi stimolare dal presentatore Gigi Cotichella per scatenarsi nella ola, oppure ad accompagnare ritmicamente i pezzi musicali della band comasca “Carisma” . Ma il silenzio più partecipe ha accompagnato la testimonianza di Tai Aguero, la campionessa di pallavolo , che attraverso una dolorosa vicenda personale ha esemplificato nel migliore dei modi come la vittoria non sia un idolo da inseguire a ogni costo. Durante le Olimpiadi di Pechino 2008, giocate con l’Italia, Tai lasciò il ritiro azzurro per tornare a L’Avana, al capezzale della mamma morente. Purtroppo le autorità cubane le rifiutarono il visto d’ingresso e Tai non fece in tempo a rivolgere un estremo saluto alla madre. Ma oggi dice: «Ho messo da parte lo sport per raggiungere una persona cara, perché c’è qualcosa di più importante della vittoria. E per questo dico ai bambini: state il più possibile vicini alle vostre mamme». Parole che hanno commosso l’Arcivescovo: «L’affetto per la mamma per lei contava più della medaglia più luccicante».
Una bella serata di sport ed oratorio il tutto sotto la luccicante regia del nostro Don Alessio conclusasi con l'incontro dei nostri ragazzi con l'Arcivescovo e la tradizionale foto di rito che ha concluso la nostra serata.
Bruno

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