Carissimi,
riprendono in queste settimane in tutta la nostra Diocesi le diverse attività degli Oratori, a partire dall’ormai tradizionale Festa di Apertura. Come Vescovo, pensando con trepidazione e speranza ai tanti sforzi e alla grande passione educativa di cui sono ricche le nostre comunità cristiane, mi sento preso da una profonda ammirazione e mi trovo pieno di spirituale consolazione.
È davvero consolante sapere che la nostra Chiesa è tuttora capace di parlare alle nuove generazioni e continua con le sue migliori energie a prendersi cura di moltissimi bambini, ragazzi, adolescenti e giovani: li sente amici, li ascolta, dialoga con loro, li aiuta a plasmare la loro “umanità” secondo quella di Gesù, introducendoli ad una preghiera più vera e sostenendoli nella ricerca, forse difficile ma certamente appassionante, della loro vocazione e missione.
Quello rivolto ai giovani è, tra i diversi ambiti della cura pastorale, certamente uno dei più urgenti, complessi e difficili. Eppure questa cura non perde il suo fascino in chi la vive e s’impone come un’opera altamente qualificata, capace di dire a tutti noi – più di tante altre realtà – la fede e la speranza di una Chiesa che sa farsi entusiasticamente missionaria trovando sempre nuove strade e nuovi linguaggi.
Di tutto questo lavoro educativo, senza citare nessuno tante sono le figure e le attività dei nostri Oratori, vorrei tutti ringraziare. E a tutti vorrei dire di nuovo la mia gioia per il tanto bene compiuto e insieme assicurare la mia preghiera per coloro che in vario modo collaborano a far sì che i nostri Oratori diventino luoghi autentici di educazione cristiana.
Anche tu così: partecipare alla compassione amorevole di Dio
L’icona evangelica, dalla quale raccogliamo l’invito alla santità come partecipazione alla compassione amorevole di Dio per tutti gli uomini, è quella del buon samaritano (Luca 10,25-37). Essa presenta non una generica forma di assistenzialismo, ma un “prendersi cura” che risponde a tutti i bisogni dell’uomo, da quelli più immediati e comuni a quelli più profondi e nascosti.
I nostri Oratori sono chiamati a diventare delle vere “locande ospitali” alle quali Gesù, il vero e grande “buon samaritano”, affida la cura di molti fratelli. Proprio così immagino i nostri Oratori: locande di passaggio dove si incontrano le vicende umane di altri che camminano sulla stessa nostra strada, ma soprattutto dove si gusta l’amore di Dio che ci raggiunge attraverso l’esperienza concreta di una comunità che educa, accompagna, incoraggia e consola.
L’intercessione di Maria, madre dell’educazione, e l’esempio di san Carlo ci sostengano nel cammino di questo nuovo anno pastorale. E la benedizione del Signore, che invoco di cuore sugli Oratori, doni a tutti voi fiducia, entusiasmo, pace e gioia.
+ Dionigi card. Tettamanzi Arcivescovo di Milano
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