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sabato 4 dicembre 2010

Un freno all'agonismo esasperato

Una pubblicità finisce dicendo "Ti piace vincere facile".
Questa frase mi ha fatto venire in mente quanto sta accadendo anche su alcuni nostri campi di gioco. Da qualche tempo, infatti, leggo di partite terminate con punteggi eclatanti, che con lo sport con la "S" maiuscola hanno popoco a che fare.
E' quanto capitato nel calcio, dove abbiamo riscontrato punteggi o 15-0;E qui mi fermo.
C'è di che riflettere e pensare a lungo. C'è anche bisogno di porsi qualche domanda, ad esempio: cosa prova una squadra quando vince con un tale punteggio? Quale, invece, lo stato d'animo della squadra perdente?
Di fronte ad una sconfitta così, non si può certo recriminare, criticare i giudici e gli arbitri, denigrare l'avversario, o accampare scuse o lamentele, "semplicemente" si può affermare che va riconosciuta la "superiorità" agonistica dell'altra squadra.
Ma la squadra vincitrice, non può certo esultare per la grande vittoria ottenuta.
Sono convinto che vincere e perseguire il successo, sia una motivazione positiva ed essenziale per lo sviluppo e la crescita di una persona, ma rischia di diventare fattore negativo quando è perseguita come unico e solo obiettivo, qualsiasi sia l'avversario davanti a noi.
Ho parlato con gli allenatori degli sconfitti.Nessuno di loro ha espresso rancore per quanto accaduto, ma un po' di amarezza sì, legata, in alcuni casi, alle decisioni della squadra avversaria assunte durante le fasi gioco. Per esempio, incitando i propri giocatori ad un esasperato agonismo, nonostante il netto vantaggio; esortando gli atleti a fare "ancora di più", quasi a dover battere un record. Per contro, ci sono state squadre che, pur vincendo "forte", hanno conseguito la vittoria con maggiore serenità e senza particolare ostinazione.
Insomma, questi allenatori hanno confermato che i ragazzi, pur delusi, sono usciti dal campo con un sorriso, consci che anche una sconfitta così fa parte della vita e di un percorso sportivo appena agli inizi che potrà migliorare. Sono ragazzi fortunati in ogni caso, perché sostenuti e motivati, tanto dai loro dirigenti, quanto dalle famiglie. Ma se la sconfitta è parte della vita, anche la vittoria va assaporata in giuste dosi.
Di fatto, anche di fronte ad un "grande risultato", non perdiamo di vista il nostro bene comune, che si chiama sport. E mi ripeto. Quello con la "S" maiuscola, fatto da persone "grandi" come voi.

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