Bentrovati
sulle pagine del Barbarigo,
L’inizio del campionato ha
segnato l’ottimo esordio sulla panchina del Barbarigo per il Mister Davide
Botta, che dopo aver passato la scorsa stagione come allenatore in
seconda, ha preso per mano i ragazzi classe 2000, 2001 e 2002 e sta disputando
il girone B del campionato CTA.
Conosciamolo meglio in
questa intervista.
Davide, i nostri lettori sono curiosi di conoscerti meglio, Com’ è nata la passione
per l'allenamento? E’ un'ispirazione recente oppure la maturavi da tempo?
D: La passione e l'interesse
è una conseguenza diretta dell'entusiasmo che ho verso questo sport. La
decisione di varcare il confine tra genitore/coach è nata anche dall'esigenza
di dare continuità e opportunità di crescita a questo splendido gruppo che,
purtroppo, nel corso degli ultimi ha rischiato di vedere interrompere il
cammino. Ci siamo dati una possibilità, e sarebbe stato ingeneroso smembrare un
gruppo già così affiatato.
Nella squadra gioca anche tuo figlio Andrea,
questo ti crea qualche difficoltà nel ruolo di papà e allenatore ?
D: Non è sicuramente facile
per entrambi accettare una divisione di ruoli Mister-papà; per ora problemi non
ne sono sorti.
In casa con Andrea parlate spesso della partita
prima e dopo la gara ?
D: A volte si parla prima e dopo la gara, Andrea
è molto critico, ma condividiamo diverse idee...potrebbe diventare "allenatore”
in campo"
Da bordo campo gridi spesso ai tuoi ragazzi?
D: Si, Io e Fulvio (
l’allenatore in seconda, ndr ) gridiamo
spesso. Durante la gara Fulvio, che si occupa della fase difensiva, li
"guida" al rispetto delle posizioni e dei ruoli ed al mantenimento
della concentrazione verso l'avversario.
Quali sono le soddisfazioni che hai nell’allenare questi ragazzi ?
D: Sensazioni e soddisfazioni
sono molteplici e non riesco a fare una distinzione precisa, è un miscuglio di
emozioni che mi lega al gruppo e che mi spinge sempre a dare il meglio verso i
ragazzi che, comunque, ricambiano con affetto e dedizione….poi si vede sul
campo!
Quale traguardo speri di poter raggiungere?
D: Il traguardo principale
non è quello sportivo, ma quello educativo-relazionale. E' già un successo
vederli pensare come squadra e non come singoli, parlare e aiutarsi in campo,
accettare e accettarsi anche nei propri limiti, la strada è lunga e in salita.
Cosa ti piacerebbe maggiormente che i ragazzi
apprendessero dal tuo insegnamento?
D: Noi cerchiamo di
trasmettere ai "boys" spirito di sacrificio, gioco di squadra,
umiltà, lealtà e rispetto per i compagni e per gli avversari. Seguire le indicazioni
ed il ruolo assegnato, questi sono tutti ingredienti per costruire una
vittoria...e non sto parlando di football !
Grazie
Davide per questo incontro.
Ora i lettori hanno potuto conoscerti meglio , e
comprendere il successo di questa squadra.
Alla
prossima!
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