mi permetto
di scrivervi per ringraziare infinitamente e sinceramente tutte le persone che simpaticamente
ed amichevolmente hanno accolto
per questi quattro
anni mio figlio Marco Celeri che iniziò
a calciare quella
sfera magica, misteriosa, affascinante e catalizzante, chiamata pallone,
con il suo primo Mister
Luca.
Per tre anni ha continuato
con lui, poi quest'anno è passato al Mister Bruno, entrambe ottimi everaci Uomini-Padri-Allenatori.
Mia moglie ed io abbiamo avuto modo di osservare l'ottimo e genuino operato di tutte le persone coinvolte in quello che è più di un semplice impegno fisico-tecnico dall'allenamento finalizzato alla partita, ma che per queste è prima di tutto insegnamento della vita attraverso la metafora del calcio.
Si respira quest'aria al BARBARIGO: non vincere a prescindere e a tutti i costi, non astio con gli avversari o altre cose squalificanti del genere... ma "metticela tutta, divertiti, gioca, impegnati, rispetta le regole e l'avversario."
lo non sono assolutamente uno sportivo, anzi devo proprio dire che il calcio non mi appassiona più di tanto, ma ho visto ed apprezzato il grande entusiasmo degli adulti, allenatori e dirigenti, che trasmettono passione ai loro ragazzi soprattutto per far capire a questi ultimi che nella vita, come nel calcio, si vince e si perde, si fatica e si lotta, ci si abbatte e ci si esalta, si ragiona e si agisce col cuore, ci si sacrifica tutti insieme per raggiungere l'obiettivo che, anche se non realizzato, non deve mai far perdere né la propria dignità ed il proprio rispetto, né tantomeno negarli agli avversari. L'adesione a queste regole è fondamentale per la convivenza civile e sono le basi per la tolleranza.
Marco in questi quattro anni è stato educato ugualmente a questi principi ed anche se la sua
avventura calcistica è terminata in anticipo (è adolescente a tutti gli effetti e come tutti i teenagers è un po' confuso e disorientato...) sono sicuro che non dimenticherà i compagni di squadra, gli allenatori e i visi di tutte le persone con le quali ha avuto contatto.
Ricorderà lo "sbatti" della corsa d'allenamento, quella particolare partita vinta o persa, i gol che ha fatto e che ha visto fare, quella volta che ha fatto autorete ed ha pianto, ma poi è stato confortato dai compagni e dal Mister.
Rammenterà quello sguardo determinato e sentenziante dell'arbitro, le spinte e gli strattonamenti durante le mischie di calcio d'angolo, le cadute e quando ha fatto cadere qualcun altro, il richiamo incitamento del Mister, gli applausi dell'inizio competizione quando, tutti insieme, si entra in campo si salutano gli spettatori e si da il cinque agli avversari...le feste, le merende...
Quando poi sarà adulto potrà anche dire "Ho giocato due volte a San Siro, mi avevano portato quando ero un ragazzino e giocavo àl BARBARIGO. Che emozione ...Una volta siamo anche andati a vedere un derby finito 4 a 2 per /'lnter ..."
Tutto questo e molte altre cose gli riappariranno nella mente come dei flash e faranno parte della sua intimità e del suo personalissimo vissuto...
Altrettanto mia moglie ed io conserveremo sempre un ottimo e bel ricordo di questa esperienza,
che oltretutto ha allargato i nostri orizzonti dei rapporti umani, conoscendo così altri genitori. Vogliamo anche esprimere ammirazione per l'attività di volontariato che tutti i gestori deii'ASD BARBARIGO portano avanti con passione e dedizione e spendendosi totalmente per la causa. Come dimenticare poi Don Alessio con i suoi scritti sul calcio e lo sport, o Don Luigi quando ci ha fatto riflettere una domenica pomeriggio con le slides in PPT facendo un parallelo tra calcio e Scritture...
Ringraziamo ancora con profondo affetto tutti... ma proprio tutti...nessuno escluso...
Un cordialissimo saluto ed un abbraccio. Famiglia Celeri.