Riprendo un articolo apparso sull'editoriale del Csi questa settimana per parlare di sport e violenza.
La violenza che ha visto coinvolta la nostra nazionale martedì a Marassi ha dell'inquietante.
Rinviata di 40 minuti e poi sospesa la partita di martedì sera che doveva disputarsi allo stadio Marassi per le qualificazioni a Euro 2012. La gara avrebbe dovuto vedere in campo la Nazionale Italiana contro quella Serba. Tutto ci si poteva aspettare, ma non un epilogo così triste che riporta alla memoria episodi passati che tutti vorremmo dimenticare.
I fatti li conosciamo, inutile ripetere la cronaca di quanto accaduto ed inutile domandarsi come abbia fatto quel gruppo di delinquenti e teppisti ad entrare nello stadio genovese. Tali questioni saranno a lungo oggetto di dibattito e le autorità competenti faranno luce sull'accaduto. Il danno che queste persone hanno arrecato alla comunità sportiva è davvero grave.Quanti sforzi stiamo facendo a tutti i livelli per "educare i ragazzi" al rispetto delle regole .Negli ultimi anni Milan e Inter, si sono reso promotore di un progetto che ha portato oltre 50.000 giovanissimi allo stadio insegnando loro la modalità corretta con cui tifare e che ha visto coinvolti anche i ragazzi del Barbarigo che in alcune occasioni si sono recati a vedere ed a tifare la squadra in rossonero di Milano.
Con l'aiuto di genitori e dirigenti si è cercato di insegnare ai nostri piccoli atleti che si può essere tifosi in maniera civile. Un lavoro paziente, silenzioso, basato sulla convinzione che gli interventi educativi hanno senso se supportati da esperienze quotidiane, come quella di frequentare lo stadio sperimentando il tifo come momento di festa e sostegno alla propria squadra.
Insegnare che lo sport non è sinonimo di odio, rancore, vendetta o violenza, al contrario è gioco, festa, divertimento, lealtà, solidarietà, correttezza e rispetto reciproco. Se poi tutto il nostro lavoro viene vanificato da episodi come quello di Genova ci domandiamo a quanto ammonteranno i danni arrecati a livello educativo ai nostri ragazzi?
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