Il Blog che vuole essere un punto d'incontro per le squadre di calcio dei ragazzi della Parrocchia San Gregorio Barbarigo di Milano



mercoledì 22 ottobre 2014

BUON COMPLEANNO BLOG



I compleanni, specialmente nelle scadenze importanti, vanno festeggiati degnamente ed oggi spegniamo la 6 candelina per il nostro blog.
All'inizio eravamo in pochi a fare calcio al Barbarigo ma con il passare del tempo siete aumentati sempre di più e avete reso il blog ancora più speciale. In questo lunghi anni si sono succeduti allenatori dirigenti genitori e ragazzi ma tutti si sono subito integrati nello splendido spirito cristiano della squadra dei gialloblù.Una gioia immensa per il sottoscritto perché nonostante gli anni c'è sempre tanta voglia di fare, di scrivere,  di confrontarsi  e di raccontare le imprese dei nostri piccoli ragazzi.
Un grazie di cuore a tutti i 47.639 lettori che in questi anni hanno letto le nostre pagine ed hanno reso il blog uno strumento di comunicazione e di gioia.
Vi lascio riproponendovi il primo articolo pubblicato scritto da Don Alessio e le prime foto pubblicate.
Un abbraccio a tutti Bruno


LA GIOIA DI GIOCARE

 Terminata una celebrazione che mi ha occupato la prima parte del pomeriggio mi dispongo anch’io lungo la linea laterale del campo del nostro oratorio per assistere all’ultimo scampolo di partita dei nostri ragazzi. All’improvviso, quasi per un rimpallo strano, un baby calciatore con la maglia gialla riesce a sfuggire al suo marcatore. Qualche passo veloce con la palla tra i piedi lungo la fascia e poi, come le più abili ale, mette un invitante pallone al centro che il nostro attaccante non può far altro che spingerlo in rete. Gol!Nell’applauso generale, scopro che è il 6 a 1 per noi. Finalmente ce l’abbiamo fatta. Dopo tanta fatica e amare sconfitte, la prima vittoria.
Passano pochi minuti e l’arbitro fischia la fine della gara. In attesa di fare i complimenti e accompagnati dall’applauso di chi rende onore ai vincitori e ai vinti, vedo la frotta di ragazzini con la maglietta gialla e quelli con la maglietta bianca avvicinarsi alle panchine e in un batter d’occhio, quello che doveva essere un normale fine gara si trasforma in una festa accompagnata da urla di gioia e braccia alzate. Niente di strano. Dopo tanto tempo si festeggia una vittoria. Lo strano è che questa gioia era manifestata dagli sconfitti perché avevano ottenuto la possibilità di giocare un altro tempo. Ancora la possibilità di correre dietro un pallone! La festa continua, con la certezza che per i tuoi amici non è ancora giunto il tempo di salire in macchina con i genitori ma devono ancora condividere con te parte del loro tempo. La felicità di trasformare uno spelacchiato campo di oratorio nello stadio più famoso del mondo. Ancora un’occasione di libertà dopo una settimana di "devi", "ascolta", "impara", "fai silenzio", "compiti" e "sbrigati". L’urlo di gioia di chi sa che oggi, almeno, non disturba nessuno e non copre l’assordante rumore della televisione o la flebile voce del telefonino. Si può urlare di gioia perché ci hanno concesso di essere bambini!
L’aveva già intuito, tanti anni fa, un insigne educatore come don Bosco: "Buttate un pallone in campo e subito avrete tanti bambini a rincorrerlo". Sì, perché per loro, il pallone, non è soltanto un pallone. Per i bambini, una palla è molto di più. E’ lo scrigno dei loro sogni, la speranza di un mondo fatto di amici e non solo di avversari; l’occasione di mostrarsi per quello che si è al di là delle false immagini; è la rivincita sulle occasioni perse; l’imprevedibilità sulla monotonia dell’organizzazione; è apertura contro la chiusura dei grandi… Per questo motivo, io credo, un bambino rincorre il pallone!
Mi ha fatto riflettere sul senso del nostro promuovere e sostenere lo sport in un luogo educativo come l’oratorio.
Io credo che lo sport è capace di educare, e non perché l’importante è partecipare ma perché si desidera vincere; che le regole sono uguali per tutti e bisogna applicarle e rispettarle; che l’avversario è un compagno di gioco e non un nemico da abbattere Non dimentichiamocelo mai, noi amanti del pallone. Per un bambino la palla che rotola vale di più della classifica, della svista dell’arbitro o della sostituzione.

Che ogni bambino, giovane e adulto che si appresta a scendere in campo, si ricordi di ciò che rispose la teologa Dorotee Solle ad un giornalista che le chiedeva come avrebbe spiegato la felicità ad un bambino: “Io non glielo spiegherei. Gli darei un pallone per giocare.”
DON ALESSIO ALBERTINI

1 commento:

  1. Anonimo22.10.14

    E come può' il vostro tifoso anonimo e semplice annotatore della ars pedatoria dei giovani virgulti gialloblù esimersi dal farvi gli auguri di compleanno? Tanti auguri blog e sempre forza Barbarigo! Grazie!

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