Il Blog che vuole essere un punto d'incontro per le squadre di calcio dei ragazzi della Parrocchia San Gregorio Barbarigo di Milano



lunedì 27 ottobre 2014

la nostra sfida educativa


Violenza calcio Giovanile

Un altra brutta pagina del calcio giovanile nostrano. Ancora una volta i difetti dei grandi che si trasmetto ai più piccoli: insulti, razzismo, rabbia, pugni e calci. Sono questi i tag dell'ennesima giornata di ordinaria follia made in Italy e figlia di un calcio sempre più malato e luogo di sfogo di frustazioni. Stavolta lo zoom arriva dal mantovano dove in una partita di Allievi Provinciali, Governolese-San Lazzaro, si trasforma in teatro di violenza. Dagli spalti un genitore prende di mira un ragazzino di origine marocchina, piovono insulti e sberleffi. Quando il ragazzino viene sostituito anziché prendere la via degli spogliatoi, va in tribuna per cercare vendetta nei confronti di quella persona che lo aveva più volte apostrofato. A farne le spese un altro genitore che cerca di mettersi tra i due.Finisce con una colossale rissa che vede costretto l’arbitro a sospendere la partita.

Gli tende la mano in segno di amicizia e poi gli sferra un pugno sullo zigomo. Un triste episodio di violenza assurda ha caratterizzato le finali provinciali di calcio giovanile disputatesi sabato scorso al campo sportivo di Sedriano. Sull’episodio si sta cercando ancora di fare chiarezza. Tutto è accaduto verso le 19 di sabato al termine di una gara. Un uomo sulla quarantina, padre di due ragazzi impegnati nel torneo, si è avvicinato al direttore di gara, un ragazzo di 19 anni. Gli ha teso la mano. Sembrava un normalissimo scambio di saluti a conclusione dell’incontro.Ad un certo punto, quando il giovane arbitro stava per ricambiare la stretta di mano ecco che è partito un pugno in faccia. Tra le lacrime dei ragazzi che avevano appena concluso la partita

Nel calcio dilettantistico purtroppo si nota che molto sia cambiato negli ultimi tempi, soprattutto a livello giovanile. «Oramai la pressione è arrivata anche sui ragazzi. Spinti dalla smania che gli trasmettono i genitori, tutti i ragazzetti vorrebbero diventare Totti o Tevez. E' il modo peggiore per vivere il calcio perché si crea una pressione che fa malissimo ai ragazzi. Bisogna far capire ai genitori e ai loro figli delle scuole calcio che il calcio a questa età deve essere solo un gioco, un passatempo. Un ruolo importante lo giocano i dirigenti delle squadre soprattutto nei confronti degli pseudo procuratori». I tanti (troppi) che gironzolano fra i campetti di periferia a caccia del campione di domani, pronti ad abbindolare i genitori del 'genietto' di turno con promesse mirabolanti di guadagni milionari e fama. «E' un vero sottobosco di persone che si spacciano per procuratori e avvicinano i giocatori. E' difficile migliorare le cose e a farlo possono essere solo le società che dovrebbero allontanarli dai campi. Ma spesso i dirigenti sono sprovveduti e queste persone meschine hanno gioco facile». A quel punto sono i genitori ad entrare in gioco rivolgendosi alle società con frasi del tipo: «Voi non potete precludere a mio figlio la possibilità di andare avanti». «Da lì i rapporti tra società e genitori si logorano e a volte i veri allenatori dei figli diventano i padri che poi alle partite diventano degli ultras. In questo modo - conclude Zarelli - si crea una tensione emotiva da cui nasce tutto il peggio.

Parto da questi 3 articoli che erano sul giornale in questa settimana per fare una riflessione con tutti voi genitori sul significato del fare sport per vostro figlio. Sembra facile colpevolizzare i protagonisti ma purtroppo le cronache sono piene di episodi come questi. Partite accese come quella di domenica al Barbarigo accendono gli animi sia per noi allenatori che per voi genitori e spesso si sconfina dal tifo passionale per la squadra del cuore e per il proprio figlio ad essere dei piccoli ultras di quartiere.

Domenica anche al Barbarigo non è successo niente di trascendentale ma forse si è un po’ esagerato con la passione per la squadra, fa niente se qualche  genitore avversario era  maleducato  o sopra le righe, fa niente se qualche giocatore avversario era po’ sgamato e falloso , noi dobbiamo pensare solo al bene dei nostri ragazzi e come Barbarigo vogliamo essere diversi perché vogliamo insegnare a ragazzi un calcio pulito lontano da quelli isterismi che vediamo tra i professionisti e su tanti campi di provincia.

La maggior parte di libri di sport  mette in evidenza che Il sogno di ogni allenatore è allenare una squadra di orfani , certo non è il caso del Barbarigo dove i genitori sono una parte integrante del progetto educativo per i ragazzi e la loro presenza costante sia negli allenamenti che nelle partite con il loro tifo, la loro passione e la loro voglia di fare squadra rende la nostra società un modello per tutti.

Noi sappiamo di avere dei genitori fantastici e spero che cerchiamo quindi di tenere a bada quell’orgasmo agonistico che a volte ci attanaglia senza scendere in polemica con i genitori avversari, senza dare epiteti ai giocatori avversari, senza dare commenti tecnici e soprattutto senza commentare le prestazioni dei compagni di squadra del proprio figlio perché ognuno dà il massimo delle proprie capacità e per quel ruolo ci sono gli allenatori preposti ..per il resto occhio ai daspo
 
bruno

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